
“Saresti una distrazione”
Maggio 22, 2020
La mia storia risale al periodo in cui ho fatto il servizio civile.
In quel momento stavo lavorando come tirocinante in un servizio educativo riservato alla prima infanzia, gestito da un ente religioso. La mia tutor era contenta di me e voleva propormi al direttore per continuare a lavorare insieme anche alla fine del contratto. Il prete, direttore dell’ente, quando seppe di questa iniziativa della mia tutor, si mostrò contrario.
Io ci rimasi molto male perché non capivo la motivazione: erano contentissimi di me nel servizio, mi trovavo bene. Per questo decisi di chiedere un colloquio con il direttore per capirne di più.
Il prete al colloquio mi disse chiaramente: “ Vedi, tu sei bravissima, questo è vero. Ma sei anche una ragazza molto giovane. Mettiamo il caso che tu inizi a lavorare qui nel nostro centro estivo. Un giorno dovresti chiedere ad un educatore uomo, ad esempio, di venire a fare un laboratorio di chitarra per i bambini. È normale che l’educatore verrà al centro estivo non tanto per fare il suo lavoro, ma per vedere te. No?”
Io dopo quelle parole sono rimasta interdetta, mi sembrava assurdo: mi aveva praticamente detto che siccome sono una ragazza giovane, allora non avrei potuto lavorare. Perchè? Perché sarei stata di “distrazione” per i maschi? Perché avrei potuto “provocare” qualcuno?
Ancora oggi questa situazione mi fa venire rabbia. Non mi sono mai considerata una top model, sono semplicemente una ragazza normale come tante altre. Forse è una cosa di poco conto, ma in quell’episodio mi sono sentita davvero discriminata.
Avrebbe detto la stessa cosa ad un giovane educatore?
Non credo.