Riscatto sociale

Ottobre 5, 2018



Sono nato nel 1944 da genitori molto poveri e anziani, mio padre aveva 56 anni e mia madre 42. Si viveva solo di agricoltura e io a 10 anni andavo già a lavorare la terra per le altre famiglie del paese, le quali mi consideravano meno di una persona in quanto povero.

Potevo mangiare solo quando loro avevano finito e quel poco che mi veniva dato dovevo mangiarlo in fretta, altrimenti mi sarebbe stato tolto. Per la stanchezza e la fatica, a volte dormivo nelle campagne dove lavoravo a cielo aperto, con la sola compagnia di un cavallo che i vicini di casa mi prestavano per lavorare i loro campi.

A 17 anni ho cominciato a lavorare come muratore dipendente e pian piano ho imparato il mestiere e mi sono messo in proprio. La fortuna e il mio impegno mi hanno portato ad essere un impresario edile conosciuto in tutta la mia provincia e ho assunto nel tempo del personale fino ad avere 6 dipendenti.

La mia sofferta adolescenza mi ha insegnato a rispettare il prossimo, anche l’ultimo, i miei dipendenti sono sempre stati considerati parte della famiglia e puntualmente pagati anche quando i clienti prorogavano ampiamente il saldo dei lavori eseguiti.

Vivere sulla propria pelle una forma di discriminazione mi ha fatto reagire, a volte con rabbia, ma ha fatto anche uscire la parte migliore di me, raggiungendo un riscatto sociale per me e la mia famiglia.

Beppe


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