Pigrizia

Novembre 22, 2019



La nostra protagonista è mia sorella, una giovane ragazza di quasi 16 anni che ha passato gli anni delle medie soffocata in una classe che non la capiva e con una professoressa che la scoraggiava in tutto e per tutto.

Mia sorella è sempre stata una ragazzina intelligente, creativa, solare e dinamica, ma in quel periodo questa sua luce si era quasi spenta. Aveva una professoressa di italiano le andava sempre contro, il suo modo di “aiutarla” era interrogarla costantemente, non lasciandola parlare e interrompendola non appena si fermava un secondo a riflettere.

Mia madre inizialmente credeva fosse una pigrizia da parte di mia sorella, non le piaceva la scuola e quindi non si impegnava a fare i compiti e a studiare. Ma col tempo si rese conto che non era questo il motivo, anche perché ogni sera si metteva al suo fianco per farla concentrare e aiutarla a prepararsi al meglio. L’ha portata a fare ripetizioni per quasi due anni e non l’ha mai lasciata al suo destino. Perciò capisce che c’è dell’altro.

Decide di portarla a fare delle valutazioni da una pedagogista che, dopo le dovute sedute, ci ha comunicato che mia sorella non era né pigra, né svogliata né tanto meno poco intelligente… mia sorella è discalculica. Questa problematica, che poi problematica non è, le dà solo qualche problema con la matematica in sé, perché le permette anche di avere una grandissima capacità creativa e di immaginazione. Ciò che le serve sono la calcolatrice al posto del calcolo a mente e più tempo per elaborare un problema matematico o geometrico. In linea più generale, ha bisogno di più tempo per memorizzare ciò che studia e quindi le servono le interrogazioni programmate, in modo da studiare il giorno prima la materia e tenerla più facilmente a mente per il giorno dopo. Dopotutto sono solo accortezze, non difficili da seguire per i professori e assolutamente di aiuto per mia sorella.

Tutti in famiglia eravamo felicissimi una volta appresa la notizia, era la conferma che non vi erano problematiche “più gravi”. In questo modo, avrebbe potuto vivere un ambiente scolastico migliore e più rilassato grazie agli accorgimenti che i professori avrebbero seguito per aiutarla.

Ma questa professoressa non ha mai cambiato il suo modo di approcciarsi a mia sorella, incutendole timore costantemente e continuando a interrogarla a sorpresa. Quanti litigi che mia madre si è fatta con lei, ma niente da fare.

Mia sorella ha iniziato l’ultimo anno a odiare la scuola e ogni mattina le venivano dei forti mal di pancia dovuti all’ansia, specie nei giorni in cui sapeva che avrebbe incontrato quella professoressa. Noi abbiamo cercato di aiutarla il più possibile con lo studio a casa, soprattutto con l’esame finale di terza media –  che, per la cronaca, è andato benissimo!

Fortunatamente, adesso mia sorella sta facendo una scuola che le piace, in un ambiente molto più rilassato, dove anche i professori hanno collaborato da subito usando tutte le accortezze presenti sulla valutazione della pedagogista. Va molto bene a scuola, studia da sola e non ha più bisogno di ripetizioni.

Finalmente è uscita da quell’incubo, anche perché quel periodo l’ha molto buttata giù e ha diminuito la sua fiducia nelle sue capacità scolastiche.

Spero che questo racconto possa aiutare chiunque abbia un DSA.
​Il problema non siete voi, ma sono gli altri che non vogliono venirvi incontro.



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