Le giuste parole

Ottobre 18, 2018



Ero la classica bambina tranquilla che amava giocare, giocare e giocare.
Poi si cresce, si cambia scuola e iniziano i problemi.
La gentilezza viene confusa con la stupidità.

Le prese in giro erano di ogni tipo, spesso legate alla mia personalità e al mio aspetto fisico… “Sei una babbiona… non ci arrivi… sei svampita… sei brutta… hai capelli troppo colorati… il naso troppo lungo… il seno troppo grosso”. Non erano solo i compagni di classe, ma anche gli adulti, che non volevano vedere e che si facevano una risata sperando di farla fare anche a me.
Ma io non volevo ridere.

Ho iniziato ad avere paura a esprimere la mia opinione. Prima di dire una frase, ci pensavo quaranta mila volte per capire se stavo per pronunciare le parole giuste… ma il discorso cambiava e io avevo perso il turno…

Quando mi offendevano perché ero semplicemente io, me ne stavo in silenzio, nascondendomi, pensando che prima o poi avrebbero smesso.

I miei sentimenti erano invisibili per gli altri, pertanto ho imparato a esserlo anche io.
Nessuno in questo modo poteva toccarmi.
Questo ha avuto i suoi vantaggi nel tempo (la tranquillità prima di tutto), ma non mi ha permesso di essere pienamente me stessa…

​Raggiungere determinati traguardi, personali e lavorativi, mi ha dato modo di guardare avanti e di sentirmi più libera: accetto me stessa, con il mio naso “lungo”, sono consapevole che anche la mia opinione vale e i miei capelli continuano ad avere il colore che più mi aggrada…



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