Body positive
Novembre 7, 2019
Essendo sempre stata una ragazzina, timida e riservata, per me non è mai stato facile socializzare. Spesso me ne stavo in un angolo da sola a giocare. Tutte queste cose non hanno aiutato la mia autostima, che non è mai stata elevatissima. Sarà per questo che alle elementari mi sono trovata a subire abusi sessuali da parte di due ragazzi, che venivano a scuola con me, di un anno più grande. Non ho mai trovato il coraggio di parlarne con nessuno, pensavo che in qualche modo era colpa mia. Anche perché una volta ci provai a ribellarmi, ma venni minacciata, avrebbero messo in giro calunnie su di me sui miei genitori. Così li lasciai fare.
Contemporaneamente la situazione famigliare non era il massimo. I miei genitori mi vedevano in difficoltà, vedevano che non ero come gli altri. Non ero come loro avrebbero voluto, a scuola non sono mai stata una cima, anzi. Tanto che iniziarono a pensare che forse un collegio avrebbe fatto al caso mio. Mi sentivo sempre più sbagliata, avrei voluto essere come mia sorella. Lei era estroversa, furba, molto più sveglia di me, e si vedeva nonostante i miei volessero bene a entrambe, senza farci mai mancare nulla. Mi demoralizzava sapere che io ero quella scema, lei quella furba, l’avevo sentito dire così tante volte che mi era entrato in testa.
Iniziai così, incoscientemente, a sfogare i miei problemi e le mie emozioni sul cibo. Era la mia ancora di salvezza.
Con l’inizio delle medie, le cose non sono cambiate, anzi peggiorarono ulteriormente. Gli atti di bullismo aumentarono, le battute di pessimo gusto sul mio corpo erano il mio pane quotidiano. Odiavo la scuola, per me andarci era un vero incubo, questo ha molto influito sul mio rendimento scolastico. La cosa continuò anche alle superiori. Così ho iniziato crearmi amicizie perché ero stufa di sentirmi sola, anche io volevo sentirmi accettata, ma lo feci nel modo peggiore, trasformandomi in uno zerbino umano. Facevo di tutto pur di sentirmi parte di qualcosa.
La stessa cosa è successa nei rapporti amorosi. Essendo una ragazza grassa, negli anni ‘90 dove la grassofobia era molto più elevata, nessuno mi calcolava. Sono finita così intrappolata in una storia con una persona, di cui mi sono innamorata. Tutto perché, per la prima volta, mi sono sentita desiderata e amata. Non avevo mai avuto molte attenzioni, purtroppo bastò poco per farmi cadere nelle sue braccia. Anche se non volevo ammetterlo, il sesso era l’unica cosa che andava alla grande, ma solo più tardi capii che per lui ero solo una scopata e via. Non volevo ammettere a me stessa che stavano così le cose. Mi illudevo che quello fosse amore. Quanto mi sbagliavo.
Continuai così questa malsana relazione, i miei cercarono in tutti i modi di farmelo capire, ma era tempo perso. Non gli diedi mai ascolto. Nel frattempo, sono cresciuta, e le “crisi”, se così si potevano chiamare, erano aumentate. Succedeva quando litigavo con i miei genitori, purtroppo il rapporto con loro non era rose e fiori, anzi. Mi capitava sempre più spesso di pensare che non sarei mai dovuta nascere, che le persone e la mia stessa famiglia sarebbero state meglio senza di me. Fino ad arrivare, nei casi peggiori, a pensare al suicidio. Per fortuna, non ne ho mai avuto coraggio, forse non volevo uccidermi, forse avevo solo un disperato bisogno di aiuto.
A volte non è facile andare avanti, quando il mondo intero ti fa sentire sbagliata. Guardavo la vita di mia sorella e la vedevo così: perfetta. Era la cocca di casa, aveva amici, nessun problema con la scuola.
Insomma, il mio opposto.
Per fortuna, però, ogni crisi finiva con me che stringevo i denti e pensavo, “sono forte, sono forte, un giorno anch’io sarò felice”, ci credevo davvero. Finché un giorno successe una cosa che ha cambiato la mia vita per sempre. La persona a cui avevo permesso per anni di usarmi a suo piacimento, come se fossi un giocattolo, alla fine si stufò di me. Decise così di troncare la “relazione”.
All’inizio fu dura, pensavo che non avrei mai superato quella fase. Finché un giorno scattò qualcosa in me, avevo deciso che volevo iniziare ad amarmi, ero stufa di piangermi addosso. Iniziai persino una dieta, che diede i suoi risultati, non mi fece diventare magra, però mi aiutò. Ma soprattutto dovevo farlo anche per motivi di salute, oltre che per vedermi bella. Anche se il pensiero che finché sarei rimasta grassa, sarei rimasta sola, purtroppo non se ne andava dalla testa. Nel frattempo, decisi che non mi sarei più innamorata di nessuno, volevo solo godermi la vita . Il sesso era bello, e non si doveva essere per forza innamorati, anzi: se non lo si era, era meglio. Pensavo: gli uomini vogliono questo e avranno solo questo da me.
In quel periodo ero ancora più confusa, l’unica certezza che avevo, era che non volevo affezionarmi più a nessuno. Iniziai così a pensare che non era quello che volevo, perché per quante bugie mi raccontavo, alla fine la verità veniva sempre a galla. È che nemmeno così ero felice. Finché un giorno non incontrai quello che al momento è il mio attuale ragazzo. Pensare che al primo incontro mi dissi, ma sì, rimaniamo amici che questa persona non mi dice nulla. Finché un paio di sere dopo scoppiò il colpo di fulmine mi innamorai della sua testa. Lui fu letteralmente la mia salvezza, mi capiva, improvvisamente non mi sentivo più sola. Che sensazione meravigliosa. Iniziai anche a curarmi di più, vedevo che la cosa mi piaceva, mi faceva sentire meglio.
In quello stesso periodo, aprii un profilo IG, fu lì che scoprii il movimento body positive. Questo ed il mio ragazzo furono la mia manna dal cielo. Smisi di sentirmi una nullità, iniziai a cercare di capire chi era la vera me, dove si era nascosta in tutti questi anni. Avevo anche deciso di troncare con tutte le amicizie tossiche che avevo. Era successo un cambiamento radicale in me, iniziavo a pensare: meglio sola che mal accompagnata. Oggi invece è il mio mantra. Insomma, sembrava andare tutto bene, con la famiglia e a livello sentimentale le cose si stavano sistemando.
Ma ahimè, anche se le crisi erano diminuite, continuavo ad averle. Purtroppo, l’ansia faceva sempre parte di me e si aggiunse anche lo stress . Così capitava che, tornando a casa dal lavoro, mi sfogavo con il mio ragazzo. Era come se fossi piena di rabbia repressa, che in qualche modo doveva uscire. Così appena litigavamo un po’ più ferocemente, io poi scoppiavo a piangere, le “crisi” erano tornate. Ero punto a capo: sembrava tutto ok, eppure queste situazioni non smettevano. Erano solo diventate più rare, ma più intense. Il pensiero fisso che fossi io quella sbagliata era tornato a tormentarmi. Così, il mio ragazzo un giorno mi suggerì di parlare con il suo psicologo. Pensavo che se era riuscito ad aiutare lui, forse anche io avevo qualche speranza.
Sono circa due anni che sto seguendo questo percorso. Devo dire che mi sta aiutando, anche se all’inizio non è stato facile. Ora posso dire di essere quasi del tutto felice. D’altronde non mi manca nulla, ho un ragazzo e una famiglia che mi amano, sono autonoma, con la mia piccola casetta. Cose che di questo tempo sono quasi un lusso. Ora che ci penso, mi rendo conto che in fondo non mi manca nulla. Posso finalmente dire, dopo anni, che sono orgogliosa di me. Anche se sto ancora combattendo contro l’ansia che a volte torna prepotentemente alla carica, perché la prima grande hater di me stessa ero io. Sto persino imparando, a capire il mio valore, senza dover continuamente auto-svalutarmi.
Sono convinta che aver toccato il fondo sia stata l’unica motivazione che mi ha spinto ad uscire. Ora ringrazio tutti gli str***i che mi hanno voluto male, perché è anche grazie a loro se ora sono quella che sono. Sono una donna che è arrivata a 30 anni per scoprire finalmente se stessa.