I risultati dell’analisi delle prime 50 storie. I dati non sono ancora strutturati a sufficienza, ma possiamo identificare tre trend iniziali: discriminazioni di genere, discriminazioni sull’orientamento sessuale, discriminazioni a scuola.
Questi risultati sono da considerarsi come momentanei e saranno aggiornati quando le storie raccolte saranno 100. Buona lettura!
Le tendenze
- Molte vittime (43);
- discriminazioni spesso in istituzioni statali (es. a scuola);
- la maggioranza (28) espone il proprio nome;
- i 2/3 delle discriminazioni sono continue.
- spesso il discriminante è sconosciuto e agisce in gruppo.
- 1/2 delle vittime riceve supporto, specie da amici.
- solo circa 1/3 reagisce.
Le discriminazioni di genere
- Prevalentemente donne, ma anche transgender FtM;
- uomini discriminati perché svolgono ruoli di cura;
- il discriminante è sesso uno sconosciuto e non sono presenti casi di discriminanti donne;
- egual numero di discriminazioni episodiche e continue;
- il luogo in cui avvengono maggiormente le discriminazioni è il contesto sociale;
- l’ambito lavorativo viene maggiormente citato in questa categoria;
- più frequenti i casi in cui chi discrimina agisce da solo contrariamente alle precedenti categorie.
- molto alto il numero di molestie, delle quali le vittime sono maggiormente donne;
- è la categoria con il tasso di supporto più basso. Nonostante ciò si registra una forte reazione verso il discriminante, agita solo dalle donne;
- è l’unica categoria che ha un significativo riferimento nel partner maschile, solo nelle storie di donne;
- una parte minima del campione richiede l’anonimato. Tale categoria risulta essere quella che maggiormente si espone sul ControNarrarsi.
Le discriminazioni per orientamento sessuale
- La maggior parte dei narratori sono uomini omosessuali;
- le persone LGBTI+ concepiscono maggiormente il contesto sociale come discriminante, avendo un forte “stress da minoranza”;
- prevalgono sia le discriminazioni per mano di sconosciuti sia la dimensione di gruppo;
- le azioni fisiche risultano più frequenti e sono spesso a danno di uomini omosessuali;
- in alcune storie, il soggetto è un uomo eterosessuale che viene additato come omosessuale per i suoi atteggiamenti o il suo carattere, subendone le relative discriminazioni. Ciò fa capire quanto la non piena inclusione della popolazione LGBTI+ non vada solo a danno di chi vi fa parte, ma anche di coloro che non rispettano i canoni normativi della mascolinità tipici della nostra cultura (v. mascolinità tossica);
- le persone del campione sono coloro che ricevono maggiore supporto, specie dalla rete amicale. Nonostante ciò, l’indice di reazione verso il discriminante è il più basso.
Le discriminazioni a scuola
- Si discrimina per caratteristiche visibili come il corpo o gli atteggiamenti, mentre aspetti strettamente personali come il proprio status economico e familiare appaiono meno frequenti;
- non vi sono attualmente discriminazioni di genere;
- i discriminanti più frequenti sono i compagni (19) e i docenti (10);
- la quasi totalità degli studenti non reagisce verso il proprio discriminante, probabilmente per mancanza di supporto esterno;
- questi fenomeni mostrano la percentuale di discriminazioni continue più alta. Ciò impone una riflessione sui potenziali danni che una tale situazione può esercitare su un minore per un lungo periodo di tempo – spesso l’intero percorso scolastico;
- in 1/3 delle storie il discriminante è un docente! Solo in 1 caso il professore è un supporto!
- le azioni di molestia risultano più rare ma comunque preoccupanti e testimoniano la necessità dell’introduzione di progetti di educazione sessuale nei curricula scolastici;
- preoccupano anche i crescenti tagli all’Istruzione da parte dei governi di ogni colore politico, mentre risulta evidente quanto il mondo scolastico necessiti di risorse per poter avviare progetti educativi di contrasto e prevenzione alla discriminazione, al bullismo e ad ogni sorta di evento negativo che possa ledere il minore.