Le pubblicità contronarranti della primavera

by / Giugno 14, 2020



Mentirei se dicessi che sono contenta di scrivere questo articolo.
Stiamo attraversando un momento difficile, è vero. Tuttavia per me è inaccettabile non considerare più i pochi e lenti passi avanti che stavamo facendo verso una più sempre inclusiva rappresentazione dei generi.
Cosa ci dicono le pubblicità italiane oggi? Che esiste una sola relazione, quella eterosessuale. Che esiste una sola famiglia, quella tra un uomo e una donna che diventeranno genitori.
E le altre soggettività? E le altre famiglie? E le altre persone?
Ignorare la diversità in un periodo difficile, vuol dire non dare valore alle difficoltà che le persone non eterosessuali e non bianche stanno vivendo in questo momento.
Sono delusa e affranta.
Perché ho compreso ancora di più e in modo più feroce quanto sia forte il potere delle persone che oggi detengono il privilegio. Essere rappresentatu mediaticamente è un privilegio.
Rappresentare la famiglia nucleare eterosessuale e bianca ancora e ancora è invece un’oppressione.
Ci sono solo due pubblicità che vanno un po’ controcorrente.

“Gigante gentile”, Bepanthenol 
Un padre con i classici caratteri della mascolintità forte (muscoli pronunciati, tatuaggi, barba) mette dolcemente parlando con vezzeggiativi una crema protettiva per sua figlia. Si può essere delicati, anche essendo forti.

“Casa puoi essere tu”, Ikea 
In occasione della giornata contro l’omobitransfobia del 17 maggio, Ikea ha creato questo spot per schierarsi dalla parte della comunità LGBTQIA+. Purtroppo, se anche qui Ikea si schiera a favore della reale rappresentazione della diversità, in un spot italiano recente vediamo rappresentate le classiche famiglie nucleare eterosessuali e bianche.

http://www.youtube.com/watch?v=iRlhp4yXYMg

La pandemia è stata difficile per chiunque. Tuttavia, la mancata rappresentanza mediatica ci fa capire come ancora si ignori le difficoltà delle persone non bianche e della comunità LGBTQIA+. Persone che non possono più essere considerate “minoranza”.
Sono, anzi, maggioranza, ma maggioranza invisibile.



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