
Le 7 pubblicità contronarranti dell’autunno
by Ilaria Nassa / Dicembre 15, 2019
Noi non vedevamo l’ora di mostrarvele! Anche perché, come potete leggere dal titolo, sono quasi raddoppiate. Questo dimostra quanto le immagini mediatiche siano importanti non solo per la rappresentanza delle minoranze, ma anche per la costruzione dell’immaginario e, quindi, di una mentalità alternativa (oserei dire, quindi, femminista).
Andiamo a scoprire, allora, le 7 pubblicità contronarranti di questo piovoso autunno.
1. Sloggy, “Granny Got Pants”
Irriverente, divertente, energica. Cosa si vorrebbe di più da una pubblicità? Colette Zacca interpreta magnificamente Lil’ Ol’ Granny, una nonnina che canta una canzone rap per incitare le giovani ragazze ad abbandonare la scomodità di perizoma e brasiliane, per buttarsi sulle vecchie e care mutande della nonna.
Dopo aver visto questa pubblicità, non vorrete altro che indossare dei grandi e comodi mutandoni!
Se siamo abituati a vedere nelle pubblicità l’uomo risoluto che sa quello che vuole e non deve chiedere mai, Zegna (FINALMENTE) si avvale di un altro linguaggio. Con una serie di pubblicità di pochi secondi, in modo efficace ci dice che sono l’amore, la cura e il fallimento a fare l’uomo.
Inoltre, in via Garibaldi a Milano è comparso un grande murales che riprende la pubblicità “Love makes a man”; mentre sui social Zegna si schiera proprio contro la mascolinità tossica: “La mascolinità è un modo di pensare, non una serie di regole date. Non è una sola cosa a fare un uomo. L’uomo deve imparare che l’amore è forza, la gentilezza è potere, l’apertura è libertà.”
In questo spot, in cui vi è l’invito a vivere secondo il proprio gusto e in modo originale, Emmentaler mostra tantissimi frame di vita: una coppia che si rilassa in piscina, un matrimonio tra due ragazzi, un padre che si prende cura del figlio, un altro che sostiene e incoraggia la figlia e così via. Anche i piccoli spot possono muovere grandi acque.
Ikea aveva già fatto uno spot a giugno, per il Pride Month. Ritorna a parlare di omosessualità per il Coming Out Day, invitando tutti coloro che si nascondono nell’armadio a uscirne fuori. Vediamo un armadio bianco chiuso, che, aprendosi, mostra tutti i timori di un giovane ragazzo che si chiede se mai sarà amato dalla propria famiglia.
Giocando con tutti i modi di dire con cui viene usata la parola “occhio” nella nostra lingua (“Occhio per occhio”, “Avere gli occhi pesti”, “Non avere occhi”, “Tenere d’occhio” ecc), Salmoiraghi & Viganò decide di mostrarci anche loro dei piccoli frame di vita quotidiana: una ragazza che fa pugilato, una ragazzina che è stata pestata a scuola, due ragazze che hanno appena traslocato in una casa, una coppia anziana che ancora si guarda con amore, un uomo che si prende cura di qualcuno che è all’ospedale e così via.
E’ la quotidianità a rivelare la nostra autenticità.
L’intento è quello di mostrare, appunto, le Renault Clio che sono state create in questi 30 anni. Ma questo spot fa molto di più: ci racconta una storia. Ed è la storia di due ragazzine che diventano amiche a scuola e crescendo, si innamorano. Una delle due viene scoperta dal padre, che diviene ostile. L’altra si sposa con un ragazzo, per le pressioni sociali. Ma alla fine, ritornano a stare insieme e a essere una vera famiglia.
Una pubblicità contronarrante che non vedevamo l’ora di vedere.
7. Sprite, “Pride”
Una madre che aiuta il figlio a truccarsi. Una ragazza che aiuta a mettere la fascia al partner. Una nonna che aiuta a indossare un bustino luccicante al nipote. Due ragazze che prendono una bandiera arcobaleno decorata da due bambini con un cuore gigante. Una coppia di ragazzi che si tengono per mano in un’auto, guidata dal padre di uno dei due. L’auto si ferma davanti al Pride, è lì che il genitore li sta portando.
Cosa significa orgoglio? “Quello che senti quando la persona che ami sceglie di essere libera”. Un finale strappalacrime, ma di cui noi tutti siamo grati.