Anna e il mondo alternativo creato con l’immaginazione
by Ilaria Nassa / Novembre 14, 2019
Matthew, a questo punto, trovandosi impossibilitato a rispedire la ragazzina all’orfanotrofio da dove arriva, deciderà comunque di portarla nella sua fattoria, dove vive con la sorella, Marilla. I fratelli Cuthbert, non essendosi mai sposati e essendo rimasti gli ultimi della famiglia, avevano deciso di adottare un ragazzo che potesse lavorare e portare avanti la loro casa.
Per uno sbaglio, l’orfanotrofio consegna a Marilla e Matthew la chiaccherona e entusiasta Anna, che inizierà a dare un nome nuovo al viale che percorre in carrozza con Matthew. Accanita lettrice di Jane Eyre, Anna si dimostrerà una ragazzina forte e risoluta, arricchendo la propria e la vita altrui di “immaginazione!”.
Anna riuscirà a convincere soprattutto la restia Marilla a farla rimanere alla fattoria, dichiarando: “Le ragazze possono fare quello che fa un maschio e molto di più!”
Ci sarà il momento in cui una compagna di classe di Anna dovrà scegliere se continuare a essere una bambina o sposarsi. Ci sarà il momento in cui arriverà al villaggio una ricca zia di Diane, Avonlea. Anche lei una donna forte, Avonlea si troverà a piangere per il lutto per quella che è stata la sua compagna di una vita, Gertrude. Ci sarà il momento in cui un compagno di classe di Anna capirà di essere omosessuale. Ci sarà il momento in cui verrà messa in discussione la maschilità aggressiva e distruttrice. Ci sarà il momento in cui verrà descritta, attraverso lo spettacolo teatrale di Natale, l’ansia sociale. Si tratterà il tema della schiavitù, del razzismo e dell’immigrazione attraverso il viaggio di uno dei co-protagonisti, Gilbert. E così via…
La potenza del racconto di questa serie è nel suo mostrare tutti questi temi così come sono, nella loro semplice complessità. Nessun filtro o spiegazione: la definizione e la crescita del sé avviene tramite l’affermazione individuale dell’Io che spesso si incontra e spesso si scontra con l’Altro.
Un’altra serie contronarrante da mettere in lista.
nel romanzo di Lucy Maude Montgomery non c’è traccia di questioni di omosessualità. Chi ha pensato questa serie ha deciso di appiccicare questioni puramente inventate, anche scene assolutamente improbabili all’epoca in cui è ambientata la storia. Più che controcorrente, mi sembra di scarsa qualità.